UN TEATRO PER UNA CITTA':
IL CIVICO DI TORTONA

di Roberto Cartasegna

Nella prima meta' dell'Ottocento obiettivo dell'Amministrazione Comunale e' quello di giungere ad una qualificazione funzionale della struttura urbana.
In una seduta consiliare del 1829 si evidenzia la necessita' di aprire un nuovo Teatro: infatti "nell'odierno modo di vivere sociale, un Teatro e' cosa indispensabile in una Citta' cospicua e Citta' Capo luogo di Provincia come Tortona sia come onesto divertimento de' suoi abitanti, sia pel trattenimento dei numerosi Forestieri che vi affluiscono...."; peraltro l'Oratorio di S. Simone, espropriato alla fine del Settecento ed in seguito adattato alla meglio per rappresentazioni, non puo' offrire ne' in termini spaziali, ne' in termini di decoro e di rappresentativita' struttura valida per manifestazioni artistiche.
Nel 1830 l'Amministrazione Comunale affida al concittadino Ing. Pietro PERNIGOTTI (1781-1855), Ispettore del Genio Civile a Torino, l'incarico di predisporre il progetto di un Teatro e di altri manufatti edilizi da erigere sulla restante parte dell'antico Convento della SS. Annunziata.
Gli elaborati, datati 25/2/1835, prevedono un'ampia trasformazione dell"'isola"; infatti oltre all'edificio teatrale sono previsti un casino ridotto con altri alloggi, archivi, ufficio ed alloggi per l'Insinuato re, manica interna per alloggi; cappelle e sacrestia pel Collegio".
Al 1° Settembre 1835 si datano le Regie Patenti con le quali S.M. Carlo Alberto approva "la costruzione del Teatro (...) e successive disposizioni relative al buon governo ed alla datazione dello stesso Teatro".
Soltanto il Teatro e il Ridotto vengono realizzati: il primo, nonostante l'epidemia di colera che colpisce il tortonese nel 1836 rallentando l'opera di costruzione, e' inaugurato il 2 maggio 1838 con la Norma di Bellini ed il balletto La scimmia riconoscente; il secondo, posto tra teatro e Collegio, ancora nei primi anni del '40 risulta "costruito ma ancora da terminare nell'intemo".
L'opera realizzata in elegante e sobrio stile neoclassico, soddisfa le aspettative manifestate al momento della decisione di arricchire la Citta' con un prezioso edificio.
Sulla facciata principale si apre l'atrio porticato da cui partono due percorsi: a destra si raggiunge, dopo un ampio scalone ed una galleria, il salone per le feste (attuale sala consiliare); a sinistra si accede al vestibolo ionico circolare che, fungendo da nodo distributore, immette alla sala del caffe', alle scalette per i palchi ed alla platea teatrale.
La sala, delineata a ferro di cavallo secondo lo schema consueto nell'800, contiene 17 palchi su tre ordini, piu' i due di proscenio e il "paradiso".
L'interno e' finemente decorato con stucchi e fregi pittorici, mentre sul soffitto e' affrescato un medaglione, opera di Luigi VACCA, raffigurante Minerva che incorona la Musica, la Poesia e la Pittura.
Mentre per il Teatro si registra una ricca "vita artistica", dal 1838 al 1935 si terranno piu' di 80 stagioni, poche sono le annotazioni riguardanti il manufatto (opere di manutenzione, impianti di riscaldamento, miglioramenti delle condizioni di sicurezza).
Tuttavia verso la fine degli anni '20 si sottolinea l'inadeguatezza del Teatro "per capienza, sicurezza e comodita' ai tempi..." e, dopo qualche rara rappresentazione negli anni del secondo dopoguerra, viene chiuso nel 1952.
 

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